Una giornata a Palazzo Reale di Milano: due mostre indimenticabili
(20 giugno 2015)

BigliettiLeonardo

Il 20 giugno 2015 gli “Amici dei Musei di Vercelli” hanno visitato due mostre straordinarie, “L’arte Lombarda dai Visconti agli Sforza” e “Leonardo da Vinci“: due scrigni di opere d’arte racchiuse in Palazzo Reale di Milano che hanno lasciato una impronta emotiva da “Sindrome di Stendhal” a chi ha avuto la fortuna di partecipare a questo evento.

Una giornata impegnativa, ma ci si è resi ben presto conto che era indispensabile poter visitare dapprima la mostra sull’Arte Lombarda così che la seguente su Leonardo fosse la prosecuzione naturale di un percorso artistico/didattico non separabili, altrimenti si sarebbe corso il rischio di apprezzare a metà gli avvenimenti che segnarono un’epoca forse la più alta nel campo delle arti e della speculazione filosofica e scientifica.

Due guide, Lara e Pier Luigi (il nostro presidente), che a detta di tutti sono stati eccezionali, ci hanno accompagnato durante la visita, dimostrando oltre che la necessaria competenza anche una passione per l’arte e in particolare per Leonardo. L’entusiasmo che questo approccio altamente professionale unito all’affabilità delle guide è stato palpabile, dimostrando quanto sia importante poter avere al proprio fianco persone competenti che illustrano con precisione e attenzione dei particolari le opere d’arte.

Una nota di merito è dovuta anche a chi ha allestito queste due importanti mostre:  opere ben disposte e illuminate correttamente, didascalie retroilluminate e poste all’altezza giusta, contorno di opere di altri autori che possono aiutare a comprendere il percorso artistico dell’epoca o dell’autore e infine alcune musiche d’epoca di sottofondo che immergevano i visitatori in un’atmosfera quasi onirica.

La mostra “L’arte Lombarda dai Visconti agli Sforza” ha illustrato un periodo storico e artistico di una Milano che si potrebbe definire “centro del mondo”, un’epoca tra le più felici e feconde che sicuramente hanno fatto di questa città la capitale economica e centro di cultura della nostra penisola. Ci piace evidenziare il connubio tra economia, industria e commercio, e arte in genere, dalla pittura alla scultura alla architettura che esisteva in quei tempi, praticamente una sola unità che contribuiva alla crescita di una società e che dovrebbe essere ripreso in tempi moderni, dove sembra che l’una escluda l’altra.

La raccolta delle opere di “Leonardo da Vinci“, definita la maggiore mostra di questi ultimi tempi su questo autore, sebbene non presentasse alcune opere icona dell’autore – prima fra tutte la “Gioconda” – è riuscita perfettamente a raccontare il mito di Leonardo, una figura di artista, scienziato, letterato e musicista unico del suo genere. Probabilmente l’emblema dell’uomo del rinascimento, quell’uomo Vitruviano icona anch’esso dell’uomo centro del mondo, un uomo perfetto in un mondo perfetto.

Dai disegni alle macchine da guerra, dai dipinti la cui natura entrava a far parte dell’universo umano agli studi matematici all’architettura – indimenticabile la sensazione di perfezione davanti al progetto della sua “Città Ideale” – e a tanti altri progetti/studi che, in sala in sala si avvicendavano agli occhi dei visitatori, si poteva entrare nel mondo intellettuale di Leonardo. Un mondo che questo uomo “curioso” andava esplorando e riportando – in schizzi o calcoli matematici – con la sua particolare e unica grafia da destra a sinistra – leggibile da noi solo con l’ausilio di uno specchio – con minuta precisione, sia che si trattasse di un ritratto o di misure di un’ala di uccello.

Su Leonardo si è detto anche che non terminasse quasi mai le sue opere, è questo sovente è vero ma non deve essere preso come un punto di demerito: a lui interessava maggiormente lo studio, il progetto e non tanto il manufatto finito. Il suo scopo era quello di mettere in movimento le “cellule grige” del suo cervello, capire il motivo di un evento, il saperlo riproporre a livello di calcolo, e questo esauriva la sua curiosità, una curiosità che andava sempre alimentata da nuovi esperimenti e scoperte, senza “perdere tempo” a realizzare manufatti dai suoi progetti, tanto lui sapeva che funzionavano – dal paracadute a tante altre tecnologie dei giorni d’oggi – in quanto i suoi calcoli lo dimostravano.

In fondo, e forse sta in questo la sua grande opera artistica – è molto simile agli artisti contemporanei che affermano – a volte con ragione a volte per sola opportunità – che basta l’idea e che il manufatto è secondario. E Leonardo in questo è stato il caposcuola, le sue idee influenzarono la sua epoca e quelle a lui succedute e ancora oggi si resta allibiti e increduli che una sola persona abbia potuto speculare in ogni campo a livelli altissimi.

Marco Mattiuzzi


 

La vita di corte a Palazzo Reale è la grande protagonista che ci ha portato alla scoperta delle due signorie che resero grande Milano dal ‘300 alla prima metà del ‘500: i Visconti e gli Sforza. Potere , congiure e rivalità prosperarono insieme all’arte e alla cultura.

I più di 250 oggetti riuniti nelle sale compongono un affresco storico, scandito dal riferimento al nome del Signore al potere. La corte diventa il punto di incontro di artisti di primissimo piano, da Giotto a Bramante, al genio di Leonardo da Vinci, fino al momento in cui l’invasione francese mette fine all’autonomia del ducato.

A Leonardo, simbolo della creatività italiana, è dunque dedicato l’altro percorso espositivo e visitarlo equivale a scoprire la mente e gli interessi dell’artista. La sua scuola fu il creato e del creato sentì l’infinita potenza di tutte le cose. E’ stato un viaggio suggestivo tra centinaia di disegni, dipinti arrivati da tutto il mondo per contestualizzare il ruolo del genio rinascimentale nella storia dell’arte, della scienza e della tecnica come pittore e teorico, come se l’artista avesse previsto i bisogni e le aspirazioni dei tempi moderni.

Il disegno fu lo strumento conoscitivo privilegiato da Leonardo, così l’ arte e la scienza si plasmarono in un solo organismo. Attraverso gli schizzi elaboratissimi e densi di appunti si può intuire il suo ingegno all’opera. Ancor più che nel quadro finito! I disegni sono il banco di prova per studiare l’ anatomia, la scienza, la botanica, l’ architettura, l’idraulica e ciò che ha reso memorabili i suoi quadri: ” l’espressività dei volti”.

L ‘arte del disegno da strumento di analisi del vero e di conoscenza scientifica tende a travalicare, a diventare indagine del sogno e del futuribile: volare come gli uccelli o muoversi sott’acqua… Vasari li definiva “capricci” ma hanno contribuito in modo decisivo alla fama di Leonardo come genio “visionario”!

Teresita Rosso

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